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Riconosciuti gli straordinari a 4 medici veneti: sentenza storica

Medlex Redazione DottNet | 29/11/2017 20:50

L'Usl dovrà risarcire 60mila euro per il mancato pagamento delle ore lavorate in eccesso

Una sentenza che farà sicuramente da traino ad altre analoghe situazioni relative al pagamento degli straordinari. La Sezione Lavoro della Corte di Appello di Venezia ha condannato la vecchia Usl 1 di Belluno al pagamento di quasi 60 mila euro a quattro medici dell’ospedale di Pieve di Cadore: e così Valerio Fazio riceverà 17.377,79 euro, Stefania Ferracin 15.167,39, Annalisa Zaetta 17.844,66 e Pierluigi Zanetti 9.990,67.

I giudici hanno riconosciuto che a fronte di un orario settimanale di 38 ore come impone il contratto collettivo, i quattro camici bianchi ne avevano fatte molto di più. Invece l'Usl ha sempre sostenuto che il surplus orario sarebbe stato coperto dalla retribuzione di risultato. 

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In prima istanza il Tribunale di Belluno pur riconoscendo che in assenza dell’applicazione della procedura di cui agli articoli 14 comma 1 CCNL 3.11.2005 e 65 comma 6 CCNL 5.12.96, (dal cui combinato disposto discende "l’obbligo dell’Azienda resistente di negoziare l’impegno di servizio eccedente l’orario di 38 ore settimanali, indicando l’incentivo economico connesso a tale eccedenza di orario"), i ricorrenti non hanno l’obbligo di effettuare le ore aggiuntive, aveva tuttavia rigettato la domanda di accertamento del diritto alla retribuzione

Di diverso avviso è stata la Corte di Appello di Venezia: la Sezione Lavoro il 23 novembre 2017, riformando la sentenza di primo grado, ha riconosciuto, al contrario, la legittimità della richiesta dei dirigenti medici di retribuire come ore straordinarie le ore di lavoro aggiuntive alle 38 settimanali contrattuali, dichiarando inammissibile l’eccezione sollevata dall’Azienda sanitaria che "la retribuzione di risultato compensa comunque l’orario aggiuntivo per i turni di lavoro, eseguito dopo le 38 ore settimanali "

Una sentenza, come detto, che farà scuola, tanto che oggi verrà illustrata a Roma, in occasione della manifestazione convocata da tutte le sigle sindacali ospedaliere in vista dello sciopero di dicembre. "I principi espressi dalla Corte di Appello sono estremamente importanti – spiega Adriano Benazzato, Segretario Regionale Anaao Veneto -, sul piano della corretta interpretazione della normativa contrattuale; la retribuzione di risultato retribuisce le ore di lavoro eccedenti le 38 ore solamente quando sia stata formalmente indicata e quantificata negli obiettivi prestazionali di risultato; quando sia stata contestualmente identificata l’entità della suddetta retribuzione legata a questa evenienza; quando vi sia stato l’assenso formale del dirigente medico ad eseguire l’orario aggiuntivo conseguente. Nei fatti, dopo la sentenza della Corte di Appello di Venezia, diventerà più difficile per le Aziende Sanitarie continuare a perpetrare questi illeciti comportamenti. L’Anaao del Veneto proseguirà a monitorare sul rispetto della norma".

"Dopo questa sentenza, diventerà più complicato per le aziende sanitarie perdurare in questi illeciti comportamenti", aggiunge Benazzato, che al giudice del lavoro ha denunciato tre Usl (oltre a Belluno, anche Camposampiero e quella Polesana), per la mancata distribuzione dei residui agli ospedalieri. 

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